Direttore Scientifico: Prof. Paolo Marchetti
Coordinamento Scientifico: Dott. Andrea Botticelli, Dott.ssa Mariavita Ciccarone
Le nuove frontiere della medicina hanno aumentato in maniera rilevante la sopravvivenza al cancro. I pazienti guariti desiderano tornare alla normalità anche se spesso con effetti collaterali delle terapie.
Una delle conseguenze più dolorose è l’infertilità. Oggi, nei paesi occidentali, solo il 4% dei malati oncologici usufruisce di una consulenza sulla possibilità di preservare la fertilità prima di iniziare i trattamenti senza influenzarne l’efficacia. Questa percentuale si abbassa ulteriormente per le malattie croniche invalidanti. I medici hanno un ruolo fondamentale nella diffusione di questo messaggio. Ormai alcune tecniche di preservazione non sono più considerate sperimentali e quindi dal punto di vista etico è ingiusto, e dal punto di vista giuridico è pericoloso, non dare al paziente un’informazione dettagliata e completa in questo campo. La giurisprudenza si è spesso pronunciata in questo senso (citiamo ad es. la sentenza della Corte di Cassazione del 14 marzo 2006 n.5444, che configura tale omissione come “inadempimento del medico all ’obbligo di informare il paziente in modo adeguato, circa i possibili effetti collaterali della cura”). L’accesso alla preservazione della fertilità rientra nel più ampio campo delle terapie di supporto, anche psicologico che riveste sempre più un ruolo fondamentale per aiutare il paziente a uscire dalla malattia non solo dal punto di vista strettamente medico, ma anche psicologico. Il paziente guarito guarda alla qualità della propria vita. Pertanto, un supporto psicologico che aiuti a pianificare la vita in una prospettiva di normalità dopo le cure appare di fondamentale importanza, tanto quanto la cura stessa. E’ dimostrato che la preservazione della fertilità rappresenta anche un’importante motivazione per aderire in maniera più convinta al percorso terapeutico.
Obiettivi
Divulgare la conoscenza dei medici sulle nuove frontiere nel campo della preservazione della fertilità, nei pazienti affetti da patologie oncologiche e onco-ematologiche o da malattie croniche invalidanti.
Gli operatori che avranno seguito il corso acquisiranno le competenze necessarie a garantire una presa in cura globale del paziente, oltre la mera cura della patologia, a tutela della qualità della vita dopo la guarigione. La competenza acquisita durante la frequenza del corso ridurrà inoltre i rischi giuridici di una incompleta informazione.